Meditazioni



La musica è uno strumento potente per l’evangelizzazione.
Nel Salmo 40:3 Davide dice: “Egli mi ha messo in bocca un NUOVO canto a lode del nostro Dio; molti vedranno questo…allora confideranno nell’Eterno”.
Fate caso al chiaro nesso tra la musica e l’evangelizzazione: “Allora confideranno nell’Eterno.
La musica è una forza che non si può ignorare.
Al centro della Parola di Dio (i Salmi) c’è la musica di Dio, il canto a Dio.
Quasi a ricordarci l’importanza del canto.
Alcuni la demonizzano, altri la esaltano, ma non possiamo nascondere l’importanza del canto e della musica.
Martin Lutero ebbe a dire che essa è l’ancella della Parola e la nostra esperienza lo può confermare: un canto apre il cuore all’ascolto della Parola di Dio, che resta centrale nelle nostre riunioni.
In cielo c’è musica, si canta:
Essi cantavano un cantico nuovo, dicendo: «Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai acquistato a Dio, con il tuo sangue, gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazione” (Apocalisse 5:9)
Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono, davanti alle quattro creature viventi e agli anziani. Nessuno poteva imparare il cantico se non i centoquarantaquattromila, che sono stati riscattati dalla terra” (Apocalisse 14:3)
E cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell’Agnello, dicendo: Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veritiere sono le tue vie, o Re delle nazioni.” (Apocalisse 15:3)
Il canto ha la sua importanza se pensiamo che Paolo e Sila a mezzanotte pregando, cantavano inni a Dio; e i carcerati li ascoltavano: “A un tratto, vi fu un gran terremoto, la prigione fu scossa dalle fondamenta; e in quell’istante tutte le porte si aprirono, e le catene di tutti si spezzarono. Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gli gridò ad alta voce: «Non farti del male, perché siamo tutti qui». Il carceriere, chiesto un lume, balzò dentro e tutto tremante, si gettò ai piedi di Paolo e di Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che debbo fare per essere salvato?» Ed essi risposero: «Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia»” (Atti 16:25-31)
Se facciamo un passo indietro, Mosè, dopo l’apertura del Mar Rosso, che si richiuse alle loro spalle ingoiando gli egiziani, cantava (Esodo 15:1-6).
Anche sua sorella Maria cantò un canto a Dio perché le acque del Mar Rosso si erano aperte davanti a loro (Esodo 15:20,21). 
Quando l’acqua scaturì dalla roccia, Israele cantò (Numeri 21:17).
Quando Debora e Barac vinsero contro Sisera, cantarono un canto (Giudici 5:1-3).
Gesù stesso cantò (Matteo 26:30).
Mi chiedono spesso cosa farei di diverso se dovessi ristrutturare la chiesa di Modugno da capo.
La mia risposta è: investirei maggiori energie e soldi per assicurarmi una musica migliore, uno spazio maggiore per i musicisti.
Oggi farei diversamente.
Il motivo?
La musica è forza.
Con le cuffiette alle orecchie ascoltiamo musica mentre studiamo, mentre corriamo, mentre aspettiamo il pullman all’uscita della scuola.
I nostri cellulari hanno musiche polifoniche.
Lo stesso dicasi quando arriva un sms: musica, musica, musica e c’è chi si addormenta con la musica, chi partorisce con la musica.
Mettete la musica e un bambino di 4-5 anni: muoverà il corpo.
C’è chi viene curato con la musico-terapia e chi, seppure in coma, ascolta la musica grazie a delle cuffiette posizionate da familiari o amici
Non ci sorprende leggere che Davide veniva chiamato per suonare quando Saul era tormentato da uno spirito (I Samuele 16:23).
Lo Spirito di Dio scese su Eliseo mentre suonava (2Re 3:14,15).
Un canto ha spesso la capacità di toccare la gente in un modo sorprendente.
La musica riesce ad aggirare le barriere culturali e portare il messaggio dritto al cuore.

È uno strumento potente per l’evangelizzazione.
La musica è una forza che non si può ignorare.
Le canzoni e la musica hanno da sempre modellato le generazioni: pensiamo ai moti del ’68, alla canzone: “Dio è morto”.
La stessa cosa avviene per la nostra generazione.
Attualmente, MTV modella i valori della maggior parte dei giovani.
La musica è il primo vettore di comunicazione per ogni nuova generazione.
Quanto più la musica cristiana, può e deve diffondere i valori del Regno di Dio.
Pensiamo alle nostre corali, all’impegno dei nostri coristi che non è fine a se stesso.
Pensate a cosa succede quando ascoltiamo un bel canto o quando siamo noi stessi a cantarlo con le mani alzate, con un cuore aperto, con le lacrime che bagnano il nostro volto.
Questo fa il canto, questo fa la musica e credo che la maggior parte di noi, almeno una volta nella vita ha cantato pregando, ha cantato piangendo.
È la forza della musica è il messaggio che esso contiene.
Pensiamo ai nostri classici: “Io t’amo ineffabile Gesù redentore – Tutto a Cristo io mi arrendo – Sol Cristo è della Chiesa la base e il fondatore – Avanti io vò che è un pezzo della nostra storia pentecostale, quando i fratelli venivano portati via per un confino coatto.
A questi possiamo aggiungere altri canti che sono al di fuori dei nostri innari che ci ricordano che la musica ci fa del bene.
Vedere i giovani che lodano Dio con le mani alzate, con le lacrime agli occhi, ti fa comprendere come si può benedire ed anche essere benedetti attraverso il canto.
Il target di un [gruppo di canto cristiano] è questo: portare il messaggio agli altri in modo fresco, genuino, elevare gli ascoltanti alla lode e non deprimerli con delle litanie.
Se il [gruppo di canto] sarà altresì benedetto, se realizzerà quello che sta cantando, allora lo scopo sarà raggiunto.
Domenico Modugno
Tratto del sito www.adimodugno.it
Usato con il permesso dell'autore.






"Ma ora conducetemi qua un sonatore d'arpa". E, mentre il sonatore arpeggiava, la mano del SIGNORE fu sopra Eliseo che disse: "Così parla il SIGNORE…" 
II Re 3:15


Or quando il cattivo spirito permesso da Dio veniva su Saul, Davide prendeva l'arpa e si metteva a suonare; Saul si calmava, stava meglio e il cattivo spirito andava via da lui.
I Samuele 16:23

La Bibbia dà esempi molto chiari dell’influenza positiva che può avere la semplice musica sull’animo umano. Sia nel caso di un uomo lontano da Dio (Saul), sia nel caso di un uomo spirituale e consacrato (Eliseo), la musica adatta può allontanare i cattivi pensieri e liberare dall’influenza negativa del nostro nemico invisibile, e contemporaneamente favorire quell’ascolto interiore che ci fa essere sensibili alla voce di Dio.
E’ interessante anche notare come in entrambi questi casi, si tratta di vera e propria musica strumentale… per i suonatori citati si usano infatti i verbi “suonare” ed “arpeggiare” e non “cantare” come avviene invece per i passi più noti del Nuovo Testamento (1 Corinzi 14: 15, 26; Efesini 5:19; Colossesi 3:16; Giacomo 5:13).
Questo perché i passi del Nuovo Testamento si riferiscono alla priorità di esprimere il nostro amore per Dio in canti comunitari, mentre i passi citati dell’Antico Testamento si riferiscono ad esperienze individuali, personali ed in un certo senso quasi solitarie in cui la musica edificante raggiunge l’orecchio ed il cuore di un solo uditore.
Come insegna con forza il Nuovo Testamento, è un nostro dovere in ogni riunione di culto unirci con entusiasmo ai canti interpretati con l’intera chiesa, ma ascoltare anche in privato buona musica cristiana è una sana abitudine per tutti i giovani e, se Dio vuole, là dove viene accompagnato da un’attitudine di vera devozione e di sincera preghiera, questo ascolto introduce a volte a vere e proprie esperienze spirituali simili a quelle di Saul (liberazione) o di Eliseo (illuminazione).
Anche chi scrive può ricordare e ringraziare Dio per simili esperienze: grazie dunque Signore per la musica cristiana!

Francesco Cataldo





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